Forma di organizzazione sociale, politica ed economica che ha per fondamento il feudo; quindi, ad economia prevalentemente agricola. È la forma che prevalse dal IX al XI secolo d.C. Per feudo si intendeva qualsiasi concessione o donazione di terre a titolo di godimento vitalizio e, successivamente, ereditario; il feudatario che riceveva la concessione si impegnava verso il sovrano a prestare servizio militare, fornendo soldati e mezzi, e ad esercitare alcune mansioni pubbliche. Feudatario e sovrano erano cosi uniti da un vincolo di mutuo soccorso in caso di necessità. Le grandi feudatari (vassalli) obbedivano i valvassori, i quali potevano cedere le terre avute dai primi ad altri (valvassini); si costituì cosi una vera e propria gerarchia feudale, e un complesso di staterelli ad economia chiusa. Affermatosi in Francia nell'VIII secolo, il feudalismo si diffuse in tutto l'Occidente e perfino in Siria e in Palestina, portatovi dalle Crociate. Nell'Italia settentr. fu contrastato vigorosamente dai Comuni che nei secoli XII-XIII, dando impulso ai commerci e alle industrie, finirono per distruggerlo, ottenendo, con la pace di Costanza, il riconoscimento della nuova situazione storica. Nel Mezzogiorno, invece, il feudalismo perdurò a lungo, protraendosi nei secoli come il più grave intralcio all'evoluzione sociale di quelle regioni. Le unificazioni nazionali, il consolidarsi delle monarchie e infine la Rivoluzione francese cancellarono fino alla successiva restaurazione borbonica il regime feudale, di cui comunque rimase una larvata persistenza nell'Impero federale germanico (finito nel 1918) con la sua molteplicità di staterelli, di re, granduchi e principi.
martedì 29 aprile 2008
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