Nome di cui si servì il Boccaccio per designare la donna da lui amata, nelle sue opere. La tradizione identifica Fiammetta con Maria d'Aquino, figlia naturale di Roberto d'Angiò, la cui esistenza non è però convalidata da nessun documento storico. Dallo stesso Boccaccio sappiamo che egli se ne innamorò dopo averla vista un sabato santo (30 marzo 1336) nella chiesa di S. Lorenzo a Napoli, e che, corrisposto in un primo tempo, fu poi da lei tradito. La troviamo nel Ninfale di Ameto, nell'Amorosa visione e nel Decamerone. È inoltre la protagonista dell'Elegia di Madonna Fiammetta (1343), in cui, invertite le parti, viene rappresentato il dolore di Fiammetta per l'abbandono da parte dell'amante Panfilo.
martedì 29 aprile 2008
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