Apertura praticata nel muro perimetrale di un fabbricato, per illuminare ed arieggiare gli ambienti interni. Il vano è normalmente delimitato da due stipiti laterali sui quando poggia un architrave e, inferiormente, dal davanzale che sorregge il parapetto. Quando quest'ultimo manchi, e il vano sia prolungato fino al pavimento, si ha la porta-finestra attraverso la quale si accede a balconi, terrazze o giardini. La finestra è chiusa dalle gelosie o persiane; dalla vetrata; dagli scuri. Ciascuna delle tre' parti suddette può essere montata su un unico telaio di legno (te-larone a mazzetta); le persiane possono essere incardinate nel muro, e ribaltabili verso l'esterno. Va sempre più diffondendosi l'uso della persiana a stecche snodate, avvolgìbile su un perno entro un vano predisposto ad accoglierla nell'architrave. La vetrata è generalmente formata da due battenti, rotanti sui cardini verso l'interno; nel tipo detto a ghigliottina, i due telai contenenti la lastra di vetro scorrono in senso verticale entro apposite guide, e pertanto può rimanere libera la metà superiore o quella inferiore della finestra; il sistema a vasistas consente alla vetrata di aprirsi rotando secondo un asse orizzontale, mediante perni fissati negli stipiti. Spesso, nelle costruzioni moderne, mancano gli scurì o sportelli interni, poiché le persiane avvolgibili bastano da sole ad evitare il passaggio della luce. La finestra è detta bifora se, invece di una, presenta due aperture spesso intervallate da un colonnino che va dal davanzale all'architrave; trifora, se le aperture sono tre; polifora, se consta di più aperture riunite.
mercoledì 30 aprile 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento