Termine che entrò nell'uso all'inizio del secolo scorso per distinguere gli attori dilettanti dai professionisti; designa, appunto, coloro che recitano per passione, senza alcuno scopo di lucro. Un'attività teatrale ricreativa si diffuse già nel Rinascimento, con la istituzione di accademie dove gentiluomini, per diletto, cominciarono a recitare le commedie di Plauto e di Terenzio. L'opera della Controriforma non intralciò tale passione, ma cercò di darle un indirizzo morale e religioso, e l'attività dilettantistica si trasferì negli oratori e nelle scuole gesuitiche. Nei secoli successivi l'attività filodrammatica crebbe, sia nel campo educativo che in quello mondano, fino ad aversi (nel XIX secolo) una notevole fioritura di compagnie filodrammatiche, sebbene il loro numero fosse a discapito della qualità. Spesso, in esse, fecero i primi passi e si rivelarono grandi attori.
mercoledì 30 aprile 2008
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