Nome dato dai Romani all'eroe greco Eracle, mitico eroe della stirpe dorica, celebre per la sua forza eccezionale Rappresentò l'espressione più completa e più alta dell'ideale eroico dell'antichità greco-latina. Figlio di Giove e di Alcmena, suscitò le ire della gelosa e vendicativa Giunone che mandò due serpenti nella sua culla, perché lo uccidessero, ma egli strozzò i serpenti, dando cosi a otto mesi la prima prova della sua forza straordinaria. A 18 anni uccise un leone nella terra dove regnava Tespio, padre di 50 figlie con le quali Ercole trascorse 50 notti generando i 50 Tespiadi. Creonte, re di Tebe, gli diede la figlia Megara in sposa e da lei Ercole ebbe tre figli, che però uccise in un accesso di follia provocatogli da Giunone Per espiare questo delitto Ercole si pose per dodici anni al servizio di Euristeo, suo imbelle cugino, il quale gli impose 12 difficili imprese (dette « le fatiche di Ercole »), e cioè: le uccisioni del leone di Nemea, dell'idra di Lerna e del cinghiale di Erimanto; la cattura della cerva dalle corna d'oro, sacra ad Artemide; la distruzione degli uccelli Stinfalidi; l'uccisione di Ippolita, regina delle Amazzoni, per sottrarle la cintura, desiderata da una figlia di Euristeo; la pulizia (ottenuta deviando il corso di un fiume) delle stalle di Augia; la cattura del toro di Creta; il furto dei buoi di Gerione; l'uccisione di Diomede, dato in pasto alle sue cavalle da lui stesso abituate a nutrirsi di carne umana (bestie cosi feroci che non riconobbero nemmeno il loro padrone e lo divorarono); il furto dei pomi d'oro delle Esperidi; l'incatenamento di Cerbero, e la conseguente liberazione di Teseo dall'Ade Delle numerose gesta secondarie vanno ricordate la lotta col gigante Anteo, l'uccisione di Busiride, re dì Egitto che sacrificava gli stranieri, e la liberazione di Esione, figlia del re troiano Laomedonte, da un terribile mostro marino. Avendo poi l'oracolo di Delfi imposto ad Ercole di servire Onfale, regina di Lidia, l'eroe incatenò i Cercopi e uccise i briganti Siilo e Litierse, ma fu costretto all'umiliazione di filare la lana, vestito da donna, tra le ancelle della regina. Ripresa la libertà, l'eroe assediò e prese Troia, uccidendo Laomedonte e tutti i suoi figli maschi, ad eccezione di Priamo. Invaghitosi di una sacerdotessa di Minerva, generò Telefo. Poi sposò Deianira, che fu causa della sua morte Avendo il centauro Nesso tentato di recare oltraggio a Deianira, Ercole lo uccise, ma il Centauro morente diede a Deianira alcune gocce del suo sangue dicendole che avrebbero potuto servirle per preparare un filtro amoroso. Più tardi, Deianira, gelosa di Jole, figlia di Eurito, mandò al marito, nella fiducia di riconquistarne l'amore, una tunica bagnata del sangue del Centauro. Ma appena indossata la tunica, Ercole ebbe le carni rose dal veleno; infine, alla notizia del suicidio della moglie, impazzito di dolore, cercò la morte su un rogo da lui stesso eretto sul monte Età. Tra bagliori di fiamme e tra il balenare di fulmini, il corpo dell'eroe salì in cielo, nell'Olimpo. Qui Ercole divenne immortale Giunone, riconciliatasi con lui, gli diede in sposa Ebe, dea della giovinezza. Il culto di Ercole fu introdotto a Roma nel 399 a.C. per scongiurare la peste I Romani lo consideravano protettore dei campi e del bestiame, e le statue e i templi dedicatigli erano di solito edificati nelle campagne Tra le imprese di Ercole care ai Latini, si ricorda l'uccisione nel ladro di armenti, Caco. Numerose opere d'arte dell'antichità e di epoche più vicine (come il Rinascimento) sono ispirate al mito e alle avventure di Ercole Tra le più importanti sono: il colossale Ercole del Vaticano; Farnese del Museo di Napoli; bambino che strozza i serpenti (Firenze, Uffizi); l'Ercole e i Centauri di Michelangelo e i dipinti di Rubens e del Poussin.
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