La parola designa ad un tempo il luogo dove si fondono metalli e leghe, e l'industria stessa del fondere. Le fonderie si differenziano a seconda dei materiali trattati. Nella fonderia di ghisa si utilizza la ghisa d'alto forno colata in pani e poi rifusa in forni speciali donde esce con le proprietà richieste per la lavorazione: minima durezza, alto carico di rottura e minore fragilità. Prima del getto occorre predisporre il modello del pezzo, generalmente di dimensioni maggiori del pezzo da ottenere, perché durante la fusione la ghisa si ritira (1%). Quando si tratta di getti artistici, il modello viene prima eseguito in cera, e su di esso si può applicare direttamente il metodo della forma con cera perduta. Per la fusione del metallo e la sua colata si adoperano generalmente forni detti cubilotti, dove si raggiungono temperature fino ai 1600 "C. Per ottenere grosse quantità di ghisa di Qualità speciale si usa un tipo di forno a fiamma o un forno elettrico, di più recente adozione. Dopo che il getto è stato eseguito e raffreddato, esso viene ripulito della sabbia residua, e mediante scalpelli pneumatici, lime, ecc., viene sbavato, ossia liberato del metallo eccedente. Nelle fonderie di acciaio si usano forni elettrici o il convertitore Bessemer, per mezzo del quale si converte parte del carbonio di ghisa in acciaio; le temperature raggiunte sono maggiori di quelle della ghisa e il ritiro delle forme è anch'esso maggiore. Per le fonderie di acciaio di bronzo e ottone si usano i forni a pozzo a forma circolare, i forni a riverbero e i forni elettrici. Nelle fonderie di alluminio, di uso recente, si fondono le leghe di alluminio col rame, il magnesio e il silicio, ad una temperatura di 800 "C.
mercoledì 30 aprile 2008
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