giovedì 1 maggio 2008

Strumento di calcolo: abaco

Antico strumento di calcolo usato per facilitare la esecuzione delle operazioni numeriche. Nella sua forma più antica l'abaco era costituito da solchi verticali tracciati sulla sabbia (si veda appunto il semetico abq) e da saccolini (dal latino sassolino) da cui il terime calcolo, sistemati opportunemente nei solchi stessi. Nella sua forma più evoluta ancora recentemente in uso in Cina, in Giappone, e in Russia, l'abaco somiglia invece ad un pallottoliere. L'abaco e di origine antico-orientale: secondo Erodoto era in uso presso gli Egizi, Giamblico afferma che Pitagora lo introdusse in Grecia importandolo dalla Babilonia. Usato anche dai Persiani e dai Romani ebbe poi nel Medioevo larga diffusione in tutti i paesi dell'Europa occidentale, nella forma così detta a linee, costituita da una tavoletta con tracciate delle linee orizzontali su cui venivano posti dei gettoni raffiguranti le cifre. Nel X secolo Gerbetto d'Aurillac, poi papa col nome di Silvestro II introdusse notevoli innovazioni per il calcolo sull'abaco . L'uso oramai comune dell'abaco ritardò oramai in Europa l'affermazione dell'aritmetica indo-araba la cui introduzione era stata iniziata dal Liber abaci (1202) di Leonardo Fibanocci, mal col XV secolo i nuovi principi e metodi finirono col prevalere. Oggi l'abaco viene usato, nella sua forma evoluta, come mezzo didattico per l'infanzia (pallottoliere). L'abaco è anche sinonimo di nomogramma.

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