Modo di essere, costume. Compare come concetto filosofico, nel pensiero antico, e propriamente in Aristotele, quale attività capace di disciplinare gli appetiti e le passioni naturali mediante l'esercizio e la ripetizione. Nel mondo moderno acquista una importanza centrale nella corrente empiristica inglese e in particolare nella filosofia di Hume dove essa è il fondamento, acquisiro mediante il confermarsi delle esperienze sensibili, della credenza nell'esistenza della realtà esterna e nella razione casuale che ne regola i fenomeni. Nell'Ottocento il posivitismo, sulla scorta dell'evoluzionismo di Darwin, pone l'sabitudine come risultato delle condizioni ambientali riducendo ad essa tanto l'istinto quanto la vita razionale dell'uomo. Sviluppo di tale impostazione si possono considerare nel Novecento, la pscologia portamentistica (Watson) e le teorie pedagociche dell'apprendimento che ne sono derivate e che si sono sviluppate soprattutto negli Stati Uniti. Un'altra corrente di pensiero che risale a Rousseau e a Kant, rifiuta invece la riduzione all'abitudine come condizionamento esterno, e introduce nel concetto di comportamento i temi dell'attività della spontaneità e dell'interesse: due espressioni invece nel campo psicologico ne sono, nel nostro secolo, la psicologia della nostra forma e la psicanalisi.
mercoledì 7 maggio 2008
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