giovedì 8 maggio 2008

Accomodazione

Variazione dovuta alla contrazione del muscolo ciliare della curvatura del cristallino che, modificando la sua convergenza, permette la visione distinta a distanze diverse. In embriologia, l'accomodazione feto-pelvica è la modificazione della posizione del feto che, negli ultimi mesi, alloggia la sua parte più importante (podice) nella porzione più larga dell'utero. In biologia, è la capacità di adattamento, entro certi limiti, alle modificazioni che avvengono in un ambiente .

mercoledì 7 maggio 2008

Accrescimento patrimoniale: accessione

In diritto parola significante genericamente ogni tipo di accrescimento patrimoniale (contrario di decessio). Nel diritto romano la parola ebbe perciò una certa varietà di significati, fra i quali è compreso quello relativo ad un particolare modo di acquisto della proprietà, per il quale il proprietario di una cosa ritenuta principale, acquista la proprietà anche della cosa accessoria che si unisca alla prima in modo da formare un tutto unico. Il numero di fattispecie riconducibili in diritto romano sotto la categoria delle accessiones è molto più vasto di quello previsto come fattispecie di accessione nel nostro diritto contemporaneo. In generale l'istituto dell'accessione alle sue origini trova giustificazione nell'alto valore sociale della terra agricola nelle società agricoltrici, e perciò nel forte potere di attrazione che dal punto di vista giuridico, la proprietà della terra agricola esercita su tutti gli altri beni che vi si trovino connessi. Si tenga presente che nelle società agricoltrici primitive la proprietà della terra non è alle origini un istituto distinto da quello della sovranità sul territorio. Attenendosi a una definizione restrittiva il vigente C. C. italiano (differentemente dal C. C. 1865) ha ristretto i casi di accessione, come modo di acquisto della proprietà, ai seguenti:



1) Qualsiasi piantagione, costruzione od opera, esistente sopra o sotto il suolo, appartiene al proprietario di questo, anche se fatta da altri o con materiali altrui (Superficies solo cedit; art. 934 e sgg. C.C.). Ciò naturalmente non toglie che il proprietario del fondo sia tenuto ad indennizzare in misura equa, prevista dalla legge, il proprietario dei materiali o colui che abbia speso per costruire o piantare, qualora intenda ritenere la costruzione o la piantagione. Fin dall'antichità classica, onde evitare di scoraggiare iniziative del capitale mobiliare, precluse per deficienza di liquidità alla proprietà immobiliare, ma a quest'ultima riservate a tenore letterale del principio sopra esposto della stretta inerenza dei diritti sulla superficie ai diritti di proprietà del suolo, fu creato l'istituto particolare del diritto di « superficie » (v.), costituibile come diritto reale separato dalla proprietà del suolo.



2) Gli incrementi del territorio provocati dalla azione lenta e impercettibile di un corso d'acqua che trasporta la sabbia prelevandola da un fondo a un altro, sono di proprietà del proprietario del terreno cui si u-niscono (alluvione propria). Del pari sono di proprietà del proprietario del fondo cui accedono quelle parti del letto del corso d'acqua abbandonata dalla corrente che occupa una maggior parte dell'altra riva (alluvione impropria). In entrambi i casi il proprietario depauperato non ha diritto a indennità.



3) Gli incrementi del territorio provocati dall'azione istantanea di un corso d'acqua, che trasporti una parte considerevole e riconoscibile di terra da un fondo a un altro, sono di proprietà del proprietario del fondo cui le terre avulse accedono (avulsione). Il proprietario depauperato ha diritto a una indennità nei limiti del maggior valore recato al fondo arricchito.



4) Le isole che si formino nel letto di corsi d'acqua sono di proprietà del demanio .



5) I territori lasciati liberi dalle acque di un fiume che cambi letto, vanno a incrementare gli ex fondi rivieraschi, divisi lungo la mezzeria dell'alveo abbandonato. Si tratta di fattispecie legate a dimensioni economiche arcaiche, che oggi presentano un interesse economico modesto, ma possono avere una certa utilità in vista di un'interpretazione estensiva ad a-naloghi fenomeni provocati dall'uomo. Altri tipi di accessione, tali per il diritto romano, sono dal nostro diritto classificate in altri modi di acquisto della proprietà (per es. unione e commistione, specificazione).

Interruzione di gravidanza: aborto

Espulsione spontanea o provocata del feto prima che sia vitale, cioè prima della fine del sesto mese di gestazione; dal settimo mese infatti l'espulsione stessa prende il nome di parto prematuro, dal momento che il prodotto del concepimento può sopravvivere. L'aborto è caratterizzato clinicamente da dolori di intensità variabile e da emorragie che, deboli all'inizio, diventano sempre più abbondanti fino all'espulsione del feto. Prima del terzo mese di gravidanza, l'aborto avviene in un solo tempo; dopo questo periodo diventa più complesso e la placenta viene espulsa insieme al feto dopo un tempo che varia normalmente da due a ventiquattro ore, sotto la azione delle contrazioni uterine. In questo caso l'aborto avviene in due tempi. L'aborto spontaneo è dovuto a cause generali o locali. Cause generali sono rappresentate da malattie, quali la sifilide, le infezioni da gonococco, le forme avanzate di tubercolosi polmonare. Forme gravi di ogni malattia infettiva possono provocare l'aborto, mentre le forme subacute o benigne vengono superate in gravidanza. Sono anche responsabili dell'aborto le intossicazioni, le avitaminosi, le incompatibilità sanguigne fetomaterne (fattore Rh). Le cause locali più frequenti sono i traumi, le malattie del collo uterino, le malformazioni uterine, gli squilibri ormonali che rendono la mucosa uterina inadatta all'annidamento dell'uovo. L'aborto provocato viene distinto in terapeutico, quando viene praticato su una donna che la gravidanza mette in pericolo di vita, e in criminoso quando è realizzato per eliminare il prodotto del concepimento. L'aborto provocato a scopo terapeutico avviene sempre in ambiente attrezzato (ospedali o cliniche) e in condizioni antisettiche; si opera prima la dilatazione del collo dell'utero mediante apposite spugne o dilatatori, in seguito si procede allo svuotamento della cavità uterina e al raschiamento delle pareti. L'aborto criminoso è procurato in modi diversi, quali la somministrazione di sostanze naturali o chimiche considerate impropriamente abortive, che agiscono sull'uovo o sul feto solo a dosi tossiche per la madre, alla quale possono provocare avvelenamenti o epatonefriti mortali. Inoltre le manovre chirurgiche effettuate in questi casi illegali avvengono quasi sempre in condizioni settiche e possono portare a gravi complicazioni del tipo sincope riflessa mortale, embolie, perforazione uterina e successivamente emorragie continue, infezioni, setticemia. L'aborto può essere anche l'origine di metriti e salpingiti, che rendono spesso necessaria l'isterectomia.

Abitudine

Modo di essere, costume. Compare come concetto filosofico, nel pensiero antico, e propriamente in Aristotele, quale attività capace di disciplinare gli appetiti e le passioni naturali mediante l'esercizio e la ripetizione. Nel mondo moderno acquista una importanza centrale nella corrente empiristica inglese e in particolare nella filosofia di Hume dove essa è il fondamento, acquisiro mediante il confermarsi delle esperienze sensibili, della credenza nell'esistenza della realtà esterna e nella razione casuale che ne regola i fenomeni. Nell'Ottocento il posivitismo, sulla scorta dell'evoluzionismo di Darwin, pone l'sabitudine come risultato delle condizioni ambientali riducendo ad essa tanto l'istinto quanto la vita razionale dell'uomo. Sviluppo di tale impostazione si possono considerare nel Novecento, la pscologia portamentistica (Watson) e le teorie pedagociche dell'apprendimento che ne sono derivate e che si sono sviluppate soprattutto negli Stati Uniti. Un'altra corrente di pensiero che risale a Rousseau e a Kant, rifiuta invece la riduzione all'abitudine come condizionamento esterno, e introduce nel concetto di comportamento i temi dell'attività della spontaneità e dell'interesse: due espressioni invece nel campo psicologico ne sono, nel nostro secolo, la psicologia della nostra forma e la psicanalisi.

lunedì 5 maggio 2008

Rappresentazione grafica di parole: abbreviazione

Rappresentazione grafica di parole, formule o frasi mediante l'omissione di lettere e la sostituzione di esse con segni convezionali. E' presente già nell'epigrafia e nella numismatica antica. Mentre in greco venivano troncate soprattutto le lettere finali, nelle iscrizioni latine prevalevano le sigle, ossia le singole lettere iniziali, in sostituzione delle parole (per singulam litteram). Per esempio S.P.Q.R. senatus populusque romanus; A.V.C., ab urbe condita; EQ.R., eques romanus. L'uso delle abbeviazioni caratteristico anche dello stile epistolare romano (s.p.d., salutem plurimam dicit), si estese soprattutto nei codici manoscritti cristiani dal IV al VI secolo. (IHS, Jesus; DMS, Dominus). La paleografia si occupa della loro interpretazione, come delle numerosissime notae iuris ossia delle complicate formule giuridiche dei testi latini. Poichè la loro frequenza e arbitrarietà rendevano difficili ai giudici le interpretazioni delle leggi, Giustiniano nel 533 ne proibì l'uso. Tuttavia le abbreviazioni restarono in vita nei monasteri delle Isole Britanniche delle quali si diffusero in tutta Europa, soprattutto nel Medioevo, quando la pergamena era rara e costosa. Il numero crebbe con la scrittura gotica (secolo XIII e XVI). I sistemi più noti di abbreviazione sono:

a) per tronamento, quando la parola perde qualche lettera finale o è ridotta a sigla;
b) per contrazione, ossia quando vi è l'omissione di lettere o sillabe nel corpo della parola;
c) vi sono dei segni convenzionali della scrittura tachigrafica ereditaria delle note tironiane.

La stampa del secolo XVI adottò le abbreviazioni più comuni
e la Cancelleria della Curia Vaticana ne favori la proliferazione.

Contratto: abbonamento

Nell'uso comune, non tecnico-giuridico, indica un contratto avente per oggetto prestazioni teoriche o continuative di cose o servizi, verso corrispetto di un prezzo. Dal punto di vista tecnico-giuridico si tratta di due contratti diversi, a seconda che abbia per oggetto cose (contratto di somministrazione). La parola è invece di uso tecnico per indicare una forma particolaredi accertamento e di riscossione dei tributi. L'accertamento dei tributi a mezzo abbonamento, avviene quando l'Uffici Finanziari determinano forfettariamente l'imponibile per un periodo determinato (per esempio un anno), anticipatamente e con riferimento all'imponobile del periodo immediatamente precedente. Questo sistema trova larga applicazione nell'ambito delle imposte indirette (per esempio per l'imposta di bollo).

Suoni isolati: abbellimeti

Suoni isolati e figurazione plurime, di note che ornano una o più linee melodiche. Sono anche detti ornamenti o fioriture e possono essere previsti dal compositore od ideati ed eseguiti sul momento dell'interprete, con libertà più o meno accentuata. I principali, oltre l'acciacatura il tremolo, e il trillo, sono l'accompagnatura il moedente, e il gruppetto. Nell'area occidentale, la pratica degli abbellimenti ebbe origine dal canto gregoriano e toccò il culmine teorico e pratico nei secoli XVII e XVIII, essendo il principale supporto dell'arte dell'improvvisazione. L'appoggiatura può essere singola oppure presentarsi in più parti, simultaneamente. Si indica con una notina, priva di taglio e si unisce alla nota principale con una legatura. Il mordente si distingue in superiore o inferiore, in quanto si realizza alternando la nota principale a quella immediatamente contigua, però ritornando sempre alla nota di partenza: si indica con un apposito segno sulla nota basilare. Il gruppetto è una sorta di ampliamento della precedente fioritura, trattandosi di una figura di quattro note che ingobla, alternamente, la nota principale , per due volte, e i suoni immediatamente superiori e inferiori, quali i suoi antecedenti. A seconda dell'ordine della comparsa di questi anche il gruppetto si distingue in superiore ed inferiore: si annota con apposito segno simile a una asse coricata e la sua interpretazione varia, a seconda che sia sistemato su una nota o fra due suoni e in dipendenza anche dell'andamento del brano.

domenica 4 maggio 2008

Abbazia

Parola nata in Francia, passata in Italia e Germania dal secolo VIII indica la carica e la dignita dell'abate. Nel periodo feudale l'abbazia fu considerata (come il vescovato) un benificio che talvolta i re assegnavano anche i secolari: il termine abbatia indicò i beni del benificio, mentre monasterium significa il possesso del benificio. La riforma monastica, iniziata dall'abbazia di Cluny, reagì a questa tendenza favorendo l'accentramento delle abbazie per costruire una congregazione esente dalla giurisdizione episcopale, e dipendente direttamente dalla Santa Sede. Ma già alla fine del secolo IX abbatia e monasterium erano sinonimi e abbazia venne così ad indicare, anche in tempi moderni, sia la comunità sia l'edificio da essa abitata.

Azione scenica: abbattimento

Azione scenica inserita in vari tipi di spettacolo (nelle piazze, nei teatri, nelle corti) dell'Italia rinascimentale e barocca. Consisteva in un combattimento con armi bianche fra due persone o più spesso due gruppi, al ritmo di musiche composte per l'occasione. Era generalemente un numero a sè, una sorta di parentesi aperta nella rappresentazione, nel balletto e nell'opera.

Parola origine germanica: abbandono

Parola probabilmente di origine germanica, esprime un concetto analogo da quello espresso dalle parole latine cessio o derelictio: cioè il concetto di perdita volontaria della libera disponibilità di qualche cosa. In un senso traslato è venuta a significare il sottrarsi volontariamente ad un ufficio (incarico attribuito dalla norma nell'interesse altrui), implicante la disponibilità di qualche cosa. In senso ulteriormante traslato significa anche semplicemente desistenza da una attività. Nel senso più proprio la parola abandonnement fu usata nell'antico diritto francese per indicare la cessio bonorum (cessione dei beni ai creditori). Nello stesso senso proprio è usata nel diritto italiano per indicare la perdita volontaria del possesso di cosa mobile o immobile, accompagnata dalla volontà di perdere proprietà. Per conseguenza dell'abbandono la cosa abbandonata diviene res nullius (cosa di nessuno) ed è suscettibile di occupazione. Casi particolari di abbandono in senso proprio sono quelli dell'abbandono del fondo servente, della restituzione del fondo enfiteutico, del rilascio dei beni ereditari a favore dei creditori e dei legatari, oltre la già citata cessione dei beni ai creditori. Nello stesso ordine di idee si situano le fattispecie previste dal diritto della navigazione come "abbandono della nave o dell'aereomobile ai creditori" e come "abbandono della nave, dell'aereomobile, del nolo, o del carico all'assicuratore". In questi casi particolari, l'abbandono avviene a favore di soggetti determinanti ed allo scopo di liberarsi di obbligazioni nei confronti dei soggetti a favore dei quali l'abbandono viene effettuato. Nel senso traslato si parla di abbandono di ufficio in senso proprio nel diritto penale militare, significando l'atteggiamento di particolari soggetti (non militari), tenuti a svolgere funzioni di utilità pubblica connesse allo stato di guerra, ai quali volontariamente lasciano la loro residenza sita nel territorio delle operazioni militari. Ancora nel diritto penale militare si parla di abbandono di posto, come forma particolare di violazione della consegna, a proposito di soggetti in servizio militare che volontariamente si allontanano dal luogo dove il militare debba rimanete per il servizio.

Nel diritto penale comune, si prevede il reato, di analoga struttura logica, di abbandono di persone minori o incapaci, e quello di abbandono del neonato per causa d'onore. Altri casi dello stesso genere sono costituiti dalle fattispecie previste in diritto della navigazione come abbandono della nave o dell'aereomobile in pericolo e come abbandono di componente dell'equipaggio ammalato o ferito. nello stesso ordine di idee, seppure con sfumetura diversa, vanno poste le fattispecie dell'abbandono del domicilio coniugale e dell'abbandono della casa da parte del minore. In senso ulteriormente traslato l'uso degli operatori del diritto ha introdotto la locuzione abbandono di domanda, per significare la rinuncia, da parte di chi abbia promosso un'azione legale, non solo all'azione stessa, ma anche alle regioni che alla sua base erano state poste, delle quali, confesserebbe la infondatezza. L'istituto è chiamato dai dottrinari rinuncia all'azione o rinuncia al merito della domanda.

giovedì 1 maggio 2008

Strumento di calcolo: abaco

Antico strumento di calcolo usato per facilitare la esecuzione delle operazioni numeriche. Nella sua forma più antica l'abaco era costituito da solchi verticali tracciati sulla sabbia (si veda appunto il semetico abq) e da saccolini (dal latino sassolino) da cui il terime calcolo, sistemati opportunemente nei solchi stessi. Nella sua forma più evoluta ancora recentemente in uso in Cina, in Giappone, e in Russia, l'abaco somiglia invece ad un pallottoliere. L'abaco e di origine antico-orientale: secondo Erodoto era in uso presso gli Egizi, Giamblico afferma che Pitagora lo introdusse in Grecia importandolo dalla Babilonia. Usato anche dai Persiani e dai Romani ebbe poi nel Medioevo larga diffusione in tutti i paesi dell'Europa occidentale, nella forma così detta a linee, costituita da una tavoletta con tracciate delle linee orizzontali su cui venivano posti dei gettoni raffiguranti le cifre. Nel X secolo Gerbetto d'Aurillac, poi papa col nome di Silvestro II introdusse notevoli innovazioni per il calcolo sull'abaco . L'uso oramai comune dell'abaco ritardò oramai in Europa l'affermazione dell'aritmetica indo-araba la cui introduzione era stata iniziata dal Liber abaci (1202) di Leonardo Fibanocci, mal col XV secolo i nuovi principi e metodi finirono col prevalere. Oggi l'abaco viene usato, nella sua forma evoluta, come mezzo didattico per l'infanzia (pallottoliere). L'abaco è anche sinonimo di nomogramma.

Fontana

Costruzione idraulica per la distribuzione di acqua potabile. Molte fontane sono pregievoli opere d'arte (all'interno di edifici, in monumenti, oppure isolate al centro di giardini e di piazze). Fontane monumentali furono già ad Atene (Calliroe) e a Corinto (Pirene). Fontane artisticamente scolpite sono state rinvenute negli scavi di Pompei. Celebre è la fontana dei Leoni (architettura araba) nell'Alhamba di Granata. In Italia sono numerose le fontane artistiche, specie quelle costruite tra il XV e il XVIII secolo. Ricordiamo la Fontana Maggiore di Perugia; la fontana della piazza del Verziere a Milano; la fontana dei Montorsoli al Duomo di Messina; la fontana del Palazzo Vecchio di Firenze; la fontana delle tredici cannelle ad Ancona; la fontana della Cattedrale di Taormina; la fontana del Nettuno a Bologna; la fontana dell'Ammanati in Firenze; la fontana dell'Ercole a Palermo; la fontana della Cascata a Caserta; la fontana dell'Organo di Villa D'Este (Tivoli). Discorso a parte meritano le molte fontane di Roma, alcune delle qali dovute a Berinini. Tra le fontane romane ricordiamo quelle di Piazza San Pietro; la fontana del Tritone; la fontana di Trevi; la fontana delle Naiadi; le fontane di Piazza Navona. Tra le fontane moderne è nota quella monumentale di piazza dell'Esedra a Roma. Quanto alle fontane all'interno delle abitazioni private esse appaiono in età ellenistica, in concomitanza con l'allacciamento delle case alle condutture stradali; durante la prima parte del Medio Evo non ne vennero costruite, a motivo della scarsità d'acqua.